Gnocco fritto emiliano: origini, varianti e con cosa si accompagna
Alla scoperta del gnocco fritto!
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Le varianti emiliane del gnocco fritto di Modena
Il gnocco fritto è un cibo tipico dell’Emilia-Romagna e assume nomenclature differenti a seconda della zona in cui viene gustato e della storia locale dei singoli comuni e province. Questa sfiziosa specialità emiliana è diventata nel tempo un cavallo di battaglia di numerose città della bassa Pianura Padana e non è un caso che diversi comuni emiliani ne rivendichino storia e origine. Dal gnocco fritto modenese alla crescentina bolognese, dalla torta fritta di Parma al pinzino ferrarese, fino ad arrivare al chisolino piacentino. Tanti modi diversi per chiamare lo stesso piatto tipico emiliano.
Ma qual è la vera origine del gnocco fritto?
Origini del gnocco fritto emiliano
La nascita del gnocco fritto risale a un periodo storico precedente alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente ed è verosimilmente legata all’arrivo dei longobardi nella nostra penisola nel 568 d.C. A fronte di una mancanza di fonti a testimoniare la presenza in Emilia di questa pietanza durante il regno dei romani, furono proprio le popolazioni germaniche, con le loro usanze agroalimentari, a importare nel nostro paese l’ingrediente principale nella preparazione del gnocco fritto: lo strutto. La storia di questo piatto deve quindi le sue radici alle contaminazioni barbariche in Emilia intorno al VI secolo, in un periodo storico che ha visto le popolazioni germaniche influenzare la gastronomia emiliana e non solo.
La cucina dei longobardi si presentava prevalentemente ricca di carni animali. Per disporre di una quantità maggiore di scorte di cibo, si usava ricavare lo strutto dal tessuto adiposo dei suini, per poi utilizzarlo nella realizzazione di un pane povero d’ingredienti ma allo stesso tempo nutriente, saporito e particolarmente energetico. Questo particolare tipo di pane si è poi così diffuso nel territorio emiliano, fino a diventare un alimento fondamentale nelle colazioni e nei pasti invernali dei contadini locali più poveri. Lo storico arrivo dei longobardi in Italia ha così trasformato la tradizione culinaria emiliana, andando a contaminare gli ingredienti alla base dei diversi prodotti tipici di questa regione.
Il gnocco fritto: l’originale modenese
Il gnocco fritto di Modena è diffusamente considerato come la variante più conforme alla versione originale, ed è spesso consumato in sostituzione del pane. Tradizione vuole che il gnocco fritto modenese venga realizzato con ingredienti semplicissimi quali farina, sale, acqua gassata e strutto. Quest’ultimo è impiegato sia per creare l’impasto sia nella fase di frittura. Peculiarità della variante originale di questa specialità emiliana è che l’impasto viene preparato senza lievito. Prima di essere fritta con lo strutto bollente, la pasta del gnocco fritto è stesa con un mattarello e sagomata a forma di rombi o rettangoli, oppure tagliata a forma di cerchi dal diametro di 25 cm.
Come ottenere uno gnocco fritto morbido e gonfio?
Quello che consente al gnocco fritto perfetto di crescere senza l’utilizzo del lievito è la presenza di acqua frizzante nella realizzazione dell’impasto. Quando la pasta viene tenuta a riposo, la pressione dell’anidride carbonica nell’acqua si sprigiona e dà vita a un processo di lievitazione naturale che gonfia le losanghe durante la frittura e le trasforma in uno sfizioso gnocco fritto croccante, morbido e dorato.
Ordinare uno gnocco fritto a Bologna: la crescentina bolognese
Spostandoci di pochi chilometri a Bologna, il gnocco fritto emiliano cambia completamente la sua denominazione e diventa la crescentina bolognese. A differenza di quanto succede a Modena, dove ordinando una crescentina riceverete una tigella emiliana, chiedere una crescentina a Bologna significa assaporare una variante di gnocco fritto arricchita negli ingredienti da olio extravergine, lievito di birra e latte tiepido. Le vere crescentine bolognesi si distinguono così dalle tradizionali modenesi principalmente per l’aggiunta del lievito nell’impasto e hanno generalmente una forma quadrangolare. La loro frittura avviene in padella con lo strutto in ebollizione e lontano dal fuoco.
Torta fritta: l’antica tradizione di Parma
La torta fritta è invece la variante parmense del gnocco fritto emiliano: questa sua denominazione ha radici profonde nelle usanze culinarie locali di questa provincia dell’Emilia-Romagna.
Secondo antiche tradizioni famigliari, infatti, a Parma e dintorni questo piatto veniva servito con una spolverata di zucchero e consumato a fine pasto come una vera torta o dessert.
Nonostante l’abitudine di gustare questa specialità emiliana come antipasto salato insieme a salumi e formaggi si sia diffusa anche in queste zone, la connotazione zuccherina del gnocco fritto di Parma si è conservata nel tempo, dando vita a una sfiziosa variante dolce-salata che si abbina perfettamente ai prodotti tipici locali. Tradizione vuole che la torta fritta di Parma venga spesso abbinata alla spalla cotta di San Secondo, un prelibato salume gourmet della zona che viene conciato con aglio, pepe, cannella e noce moscata.
I pinzini: gnocchi fritti a Ferrara
Spingendoci più a nord-est nel nostro viaggio alla scoperta delle varianti emiliane del gnocco fritto, ci imbatteremo nel pinzino ferrarese. A Ferrara e provincia questo piatto povero si distingue principalmente per l’antica usanza di bucherellare l’impasto con una forchetta prima di ricavarne delle forme circolari. La tradizione che si è tramandata oggi a Ferrara prevede anche che dall’impasto si ricavino forme rettangolari e sottili, così da ottenere dei pinzini fritti sfogliati ricchi di bolle e squisitamente fragranti.
Come accompagnare il gnocco fritto?
Il gnocco fritto emiliano è un vero e proprio street food che si può consumare in abbinamento con salumi, formaggi e verdure e nei contesti più svariati: dalla colazione alla cena, come antipasto o come spuntino, ma anche in sostituzione del pane. I vini frizzanti e secchi sono quelli che meglio si sposano con il gnocco fritto e la tradizione vede ovviamente i migliori Lambruschi emiliani come le etichette più idonee per accompagnarne tutti i sapori. Di seguito alcuni suggerimenti targati Dispensa Emilia per scoprire con cosa si accompagna il gnocco fritto.
Gnocco fritto e salumi
Il gnocco fritto fa parte dell’elenco nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) dell’Emilia Romagna, redatto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Per mantenere il forte legame con il territorio emiliano, il gnocco fritto perfetto va quindi gustato in abbinamento con i più rinomati salumi locali e servito insieme a ricchi taglieri di prodotti tipici dell’Emilia Romagna:
- Mortadella di Bologna IGP
- Prosciutto Crudo di Parma DOP 36 mesi
- Prosciutto cotto di Modena
- Coppa piacentina
- Culatello di Zibello DOP
- Spalla cotta di San Secondo
- Salame Felino
Gnocco fritto e formaggi
Il gnocco fritto emiliano si accompagna ottimamente anche con il Parmigiano Reggiano DOP, ma non mancano gustosi abbinamenti con prodotti caseari molli e facilmente spalmabili. Di seguito i migliori formaggi per gustare il gnocco fritto:
- Squacquerone di Romagna DOP
- Robiola di Castel San Giovanni
- Crescenza
- Gorgonzola dolce
- Taleggio
- Ricotta vaccina
Gnocco fritto ripieno con Nutella: il lato dolce di Dispensa Emilia!
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